Cattolico non è l’opposto di laico (l’importanza delle parole).

aprile 2, 2009

Ebbene si. So che queste mie parole sconvolgeranno la maggior parte di voi, ma la parola Laico non è l’opposto di cattolico, o in generale credente.

Laico per il dizionario Zanichelli è: “un aggettivo che caratterizza colui che non fa parte del clero o che non ha preso ordini religiosi”.

Per di più possiamo vede come Laico non sia un aggettivo concepibile se prima non si qualifica una persona come credente. Solo i credenti possono essere laici; come solo i credenti possono essere chierici.

Quindi vi prego si scandalizzarvi assieme a me quando i telegiornali ed i giornali titolano “scontro tra laici e cattolici” o ancora “una legge che metterà daccordo laici e credenti”. Di fatto con una simile mancanza annebbia la già vacillante concezione che le persone hanno di coloro che NON CREDONO. Io sono ATEO e desidero che il mio pensiero venga rispettato (come io rispetto, o quanto meno considero, il pensiero dei credenti). Questo non può avvenire quando si arriva a negare perfino il mio diritto di avere una opinione riguardo qualcosa; non essendo io nè credente nè laico.

Una legge che accontenta un laico ed un credente non è una legge che accontenta 2 persone (non necessariamente almeno) poichè la maggior parte dei credenti è anche laica.

Allo stesso tempo anche i credenti dovrebbero aguzzare le orecchie perchè in questa apparentemente lieve mancanza di attenzione lessicale; trovo si possa individuare facilmentenel clero (opposto di laico) il vero interlocutore dello stato quando si tratta di temi etico-morali.

Giacomo.

6 Responses to “Cattolico non è l’opposto di laico (l’importanza delle parole).”

  1. Camilla Says:

    …OOOOOO!!!Finalmente qualcuno che si informa…Mi ha fatto davvero piacere questo tuo post!
    Le posizioni derivate da una seria riflessione sono tutte degne di rispetto ma anche i termini dovrebbero essere quelli giusti nell’informazione, e non usati per fare scena! Bye, bye! Camilla. =)

  2. asterione88 Says:

    Quello che descrivi è il significato di laico in senso stretto, è il suo significato “originario” (credente che non fa parte del clero); però di fatto, oggi laico ha assunto, come aggettivo, il significato di “aconfessionale”, “che non fa riferimento ad una dottrina religiosa”, racchiudendo quindi al suo interno tutte quelle posizioni che non si rifanno ad una confessione religiosa: anche atei e agnostici, almeno dal mio punto di vista. Non voglio dire che “cattolico” e “laico” siano due termini opposti, però laico racchiude in sé tutta una serie di realtà anche diverse tra loro.

  3. jamescine Says:

    Non sono del tutto daccordo. E’ vero che Laico può nel tempo aver assunto una valenza più ampia rispetto al passato.

    Tuttavia ci tengo a porre l’accento sul fatto che, mentre CREDENTE e NON CREDENTE (ateo, agnostico ecc) sono due opposti che tengono conto di una riflessione, di una scelta consapevole (si spera) e ragionata; il termine LAICO (sia se lo leggiamo nell’ottica dizionaristica sia nel senso più ampio) è un termine NETTAMENTE TEMPORALE, politico.

    In quanto non credente desidero che il mio pensiero sia rispettato e ritenuto degno di considerazione. Con il termine laico mi si riduce ad una categoria politica e sociale.

    In ambito politico forse, secondo quanto tu mi facevi notare, posso accettare una simile svista; ma per quanto riguarda gli ambiti così detti “ETICI e MORALI” (per i quali di solito il termine laico viene opposto a credente) allora ci terrei a veder riconosciuto il mio diritto al pensiero critico; almeno ammettendo che oltre ai credenti, non solo ci sono persone che credono, ma scelgono di separare la sfera religiosa da qualla pubblica (i Laici); ma anche persone che NON CREDONO e devono essere considerate tali.

    Alcune volte ho l’impressione che il falso buonismo del “rispetto” e la forzata “separazione delle influenze”; portino lo stato e la società a fingere che i non credenti non esiustano…
    O PEGGIO a pensare che siamo dei poveri bambini bizzosi che sanno bene di aver torto ma che continuano a rimanere nel torto per ripicca.

    Giacomo.

  4. asterione88 Says:

    Secondo me è inevitabile ridursi a categorie; è chiaro che le categorie in qualche misura vanno strette a tutti, però alla fin fine sono necessarie.

    Effettivamente però devo darti ragione quando dici che in ambito di “etica” c’è una certa differenza che merita di essere sottolineata, questo è verissimo… Io sono agnostico, ma spesso mi definisco laico proprio intendendolo in senso politico, perché se dicessi che sono agnostico magari a livello etico-morale sarebbe comprensibile, ma non avrebbe troppo senso in altri ambiti.

    Comunque secondo me non è un problema di buonismo (io lo odio), ma di necessità di semplificare!


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